Vediamo quindi di comprendere cos’è la capacità a succedere e cosa potrebbe escludere un possibile erede dalla successione.
La capacità di succedere è l’idoneità di una persona fisica a poter diventare erede di una persona defunta.
Questa “capacità” è regolata dall’art. 462 cod. civ. e indica che per essere idonei a ricevere un’eredità non serve essere maggiorenni, né essere capaci di intendere e di volere, né avere altre caratteristiche particolari.
Per essere capaci di succedere è infatti sufficiente essere viventi al momento della morte della persona in questione, basta essere nati o persino solo concepiti.
Quest’ultimo aspetto è assai delicato, per quanto riguarda le persone nate dopo la morte del defunto, la legge presume che esse in quel momento fossero già concepite quando non trascorrono più di 300 giorni fra il decesso e la nascita.
È comunque una presunzione che ammette la prova contraria.
La legge prevede poi un caso eccezionale, in cui la capacità di succedere è riconosciuta anche a una persona non solo non ancora nata, ma addirittura non ancora concepita (art. 462, 3° comma, cod. civ.).
Il caso è quello di una successione testamentaria, in cui una persona può fare testamento a favore del figlio di una certa altra persona e questo figlio potrà ricevere l’eredità anche non ancora concepito al momento della morte del testatore, a patto che il suo genitore sia vivente.
L’art. 462 cod. civ. si riferisce solo alle persone fisiche e non parla della capacità di succedere delle persone giuridiche: è tuttavia pacifico che anche queste (società, fondazioni, associazioni, ecc.) possano essere idonee a ricevere, per testamento, l’eredità di una persona defunta.
Chiarito quali sono i soggetti che hanno capacità di succedere, come dicevamo all’inizio dell’articolo, vi sono alcuni casi in cui un erede che ha la possibilità di succedere ne viene tuttavia escluso.
Capacità a succedere e indegnità
L’indegnità è quella situazione giuridica in cui un soggetto che sarebbe capace di succedere ad una eredità, ne viene escluso a causa della presenza di situazioni che per legge gli fanno perdere questo diritto; essa è una incompatibilità morale.
È quindi diversa dall’incapacità a succedere, che consiste nella inidoneità del soggetto a subentrare nei rapporti che facevano capo al defunto.
Quando invece parliamo di indegnità, ci riferiamo ad una serie di fatti che escludono l’erede dalla successione, come:
È indegno, poi, chi sia decaduto dalla responsabilità genitoriale nei confronti del defunto, se, alla data di apertura della successione, non vi è stata reintegra nella responsabilità medesima.
Una volta dichiarato indegno un erede, l’eredità viene devoluta ai chiamati in subordine, come se questi non avessero potuto o voluto accettare l’eredità.
Si procederà alla devoluzione mediante gli istituti della sostituzione, accrescimento o rappresentazione se possibile, altrimenti gioveranno dell’eredità dell’indegno gli eredi legittimi del defunto.
Coloro che succederanno in luogo dell’indegno non sono tenuti ad accettare l’eredità a seguito della pronuncia di indegnità.
La devoluzione dei beni ereditari infatti avviene automaticamente con l’azione di esclusione dell’indegno trattandosi, come già accennato, di un atto di accettazione tacita.
La successione ereditaria prevede molte altre possibilità e situazioni a cui si deve prestare attenzione in modo da non incorrere in errori, per questo se desiderate ulteriori informazioni su come agire, potete rivolgervi al nostro studio legale Micheloni avvocato Verona, contattandoci per telefono o compilando il FORM che trovate a questa PAGINA.