Il porto d’armi è un permesso necessario per chi desidera detenere o utilizzare armi per scopi di sicurezza, caccia o sport.
Tuttavia, la legge italiana è molto severa riguardo al possesso di questa licenza, in particolare per chi fa uso di sostanze stupefacenti. La positività all’uso di droghe può comportare il ritiro immediato del porto d’armi.
L’art. 75 del D.P.R. 309/90 prevede sanzioni amministrative per chi viene trovato in possesso di sostanze stupefacenti per uso personale. Anche senza una condanna penale, il semplice uso di droghe è sufficiente per considerare il soggetto inaffidabile nel possedere una licenza di porto d’armi.
Tuttavia, è interessante notare che, quando si parla di un singolo episodio di utilizzo, la valutazione dell’amministrazione diventa complessa. Infatti, sebbene l’amministrazione abbia ampio potere discrezionale nel decidere sull’affidabilità del soggetto, è difficile basarsi su più episodi per decretare un uso occasionale di sostanze stupefacenti.
Non esiste una definizione giuridica precisa di “uso occasionale” di droghe; si può solo dedurre in via negativa, ossia ritenere occasionale tutto ciò che non rientra nelle abitudini di vita del soggetto. È evidente che qualsiasi comportamento legato a un uso frequente costituisca un chiaro indice di dipendenza.
Se ti trovi nella situazione di aver ricevuto un provvedimento di ritiro del porto d’armi, è fondamentale agire tempestivamente.
Il nostro studio legale a Verona avvocato Micheloni può assisterti nel valutare le azioni legali da intraprendere. In molti casi, è possibile presentare ricorso amministrativo entro un termine preciso. Un avvocato esperto del nostro studio saprà fornirti una consulenza mirata per cercare di annullare il provvedimento o limitarne gli effetti.
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Per evitare che il ritiro della licenza diventi definitivo, è importante fornire prove concrete della tua idoneità a mantenere il porto d’armi.
Questo può includere la partecipazione a programmi di disintossicazione o la dimostrazione di non essere un consumatore abituale di droghe.
Il tuo avvocato a Verona ti guiderà nel raccogliere la documentazione necessaria, come test medici e certificazioni, per supportare il ricorso, inoltre una conoscenza approfondita della normativa e dei casi giurisprudenziali può fare la differenza nella difesa dei tuoi diritti.
Un caso che dimostra quanto sia importante affidarsi ad uno studio legale e a degli avvocati esperti lo illustra una recente sentenza del TAR Napoli (Campania) n. 502 del 22 gennaio 2021 che ha trattato proprio una questione legata al ritiro della licenza di porto d’armi.
Nella vicenda, un soggetto (Tizio) aveva impugnato il provvedimento di diniego di rinnovo del porto d’armi per uso caccia. La decisione di diniego derivava da una segnalazione fatta dai Carabinieri relativa a un singolo episodio di uso di sostanze stupefacenti, senza che fosse seguito un provvedimento ex art. 75 D.P.R. 309/90.
Il Tribunale amministrativo regionale ha accolto il ricorso, criticando la Questura per aver preso la segnalazione come unico elemento per negare il rinnovo, senza effettuare un’istruttoria completa che valutasse il soggetto a 360°. Il TAR ha sottolineato che l’amministrazione aveva agito in maniera parziale e arbitraria, ignorando l’obbligo di considerare tutte le circostanze del caso. L’amministrazione è stata quindi obbligata a rivalutare la posizione del ricorrente con un’istruttoria più bilanciata e approfondita.
Affrontare un ritiro del porto d’armi a seguito di positività all’uso di droghe può essere complesso. Rivolgersi al nostro studio legale a Verona, avvocato Micheloni, ti garantirà una difesa completa, basata su una conoscenza approfondita delle normative e della giurisprudenza in materia.
La nostra esperienza, arricchita dall’analisi di casi specifici, come quanto stabilito dal TAR di Napoli, può fare la differenza nella tutela dei tuoi diritti.
Se ti è stata ritirata la licenza di porto d’armi a causa di positività all’uso di droghe, non perdere tempo.
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